sábado, 23 de agosto de 2014

Sono nati in anticipo i gemelli contesi di Roma: la registrazione all’anagrafe chiude la battaglia...

I piccolini sono nati in netto anticipo sulla data prevista. Qualcuno sospetta sia stato indotto il parto per rendere vana la battaglia legale in tribunale tra i genitori biologici e quelli “gestanti”. E l’iscrizione all’anagrafe potrebbe proprio avere questo significato

I gemellino contesi di Roma sono nati il 3 agosto, ma ne è stata notizia solo ora. E la nascita è avvenuta in netto anticipo rispetto alla data prevista. Qualcuno sospetta che sia stata indotta per evitare l’udienza fissata al tribunale di Roma per l’8 agosto. Così arriva il redde rationem per le due coppie di genitori che si sono date battaglia fino a oggi. Proprio l’8 agosto, davanti al giudice Silvia Albano, in tribunale a Roma, si apre la causa. Il caso è quello degli embrioni scambiati tra due coppie che nel dicembre scorso avevano effettuato la fecondazione assistita all’ospedale Sandro Pertini di Roma. Ma la causa, a questo punto, potrebbe essere stata vanificata…
“REGISTRATI ALL’ANAGRAFE” – La battaglia legale, così, potrebbe chiudersi ancora prima dell’udienza in tribunale. Stando a quanto si apprende, la donna che ha partorito i bimbi e suo marito hanno registrato i gemelli all’anagrafe. In questo modo, stando alla legge, i figli sono loro. E i genitori biologici si ritrovano impossibilitati a qualsiasi pretesa di genitorialità, sebbene siano appunto i genitori biologici.
PARLA L’AVOCATO – “Credo che di fronte alla nascita dei bambini”, spiega l’avvocato della coppia che ha dato alla luce i gemelli in un’intervista a La Stampa, “il provvedimento di urgenza di vietare l’iscrizione all’anagrafe sia venuto meno. A questo punto sono possibili due scenari. Uno potrebbe essere il rigetto del ricorso. L’altro è che il giudice si riservi per poi decidere su alcuni punti”.
RICORSO D’URGENZA – L’udienza era prevista per il 18 agosto, ma dopo il secondo ricorso d’urgenza presentato dai genitori genetici, il giudice ha scelto di convocare subito le parti per prendere prima del parto una decisione sul destino dei figli. Papà e mamma biologici chiedono di bloccarne la registrazione all’anagrafe: «Hanno il nostro Dna». Ma la coppia gestante reclama i propri diritti: «Il Dna in nove mesi si è trasformato».
“ABBIAMO GIA’ SCELTO I NOMI” - È l’ultimo atto, l’ultima occasione: «Ci auguriamo che l’altra coppia venga almeno venerdì, che si faccia vedere in aula. Sarebbe davvero la volta buona per conoscerci, anche se in tutti questi mesi noi non abbiamo fatto altro che invitarli continuamente a farsi vivi, convinti com’eravamo che la cosa si sarebbe potuta risolvere tra noi quattro, senza bisogno di arrivare drammaticamente davanti a un giudice, perché da una conoscenza si sa che può nascere poi un rapporto di vera amicizia. Invano…».
GENITORI BIOLOGICI – Angelica a Michele, così li ha definiti Il Corriere della Sera nell’intervista del giugno scorso, sono la mamma e il papà biologici dei due gemelli che stanno per venire alla luce  dal grembo di un’altra donna. Lui 40 anni, architetto, lei 38, impiegata di banca si sono affidati all’avvocato Nicolò Paoletti per chiedere al giudice Silvia Albano un provvedimento d’urgenza prima della nascita dei bambini, per evitare che vengano dichiarati figli altrui in un atto pubblico: «I genitori siamo noi, loro hanno il nostro Dna e ci dev’essere riconosciuto».
CARTA DEI DIRITTI – Così l’avvocato Paoletti, in udienza, sosterrà soprattutto che «l’ambiente gestazionale non influisce sullo sviluppo del feto». Il fatto cioè che i gemellini, un maschio e una femmina, siano stati alimentati per nove mesi dalla donna gestante, insomma, non cambia la loro identità naturale. E a proposito del concetto di identità, l’avvocato Paoletti chiamerà in soccorso non solo «i diritti della personalità riconosciuti dalla Costituzione», ma anche l’articolo 8 della Cedu, la Carta europea dei diritti dell’uomo.
MATER SEMPER CERTA – Infine, in questo caso, certo non può valere «l’antico brocardo: mater semper certa est ». Perché il codice civile, ricorda l’avvocato Paoletti, regolava fin qui i casi di procreazione naturale, ma non può applicarsi alla presente fattispecie, «ipotesi patologica», di carattere eccezionale, in cui c’è stato «uno scambio di embrioni al momento dell’impianto». Angelica e Michele, intanto, hanno già scelto i nomi con cui vorrebbero registrare all’anagrafe le due creature, ma li tacciono «per rispetto anche dell’altra coppia, che sta soffrendo esattamente come noi».
GRAVIDANZA VICINA - A differenza di Angelica a Michele, Paolo e Francesca (anche in questo caso sono nomi di fantasia) non saranno in aula dopodomani a piazzale Clodio. Francesca sta per entrare in ospedale, quel giorno potrebbe essere già ricoverata, il parto è vicino, la gravidanza scade tra il 12 e il 14 agosto. La tensione ormai è al massimo. Loro due, psicanalisti, lei 41 anni, lui 45, romani, sono la coppia che sta per dare alla luce i due gemellini. Hanno già scelto i due nomi, dissero a maggio, ma fino all’ultimo «li custodiamo nel nostro cuore».
EPIGENETICA – Il loro avvocato, Michele Ambrosini, ha anticipato che in aula parlerà soprattutto di «epigenetica» in favore della coppia gestante. La ricerca scientifica, secondo la sua tesi, proverebbe le diverse capacità di attivazione e di «adeguamento» del Dna in base all’ambiente. «Esemplifico: i genitori biologici affermano che i due gemellini possiedono il loro Dna, giusto? Ma io obietterò che il ruolo fondamentale è quello della madre naturale, che assicura al bambino protezione e alimento. È questa trasmissione di natura a trasformare nel tempo il Dna”.
PARAGONE – E sempre a Il Corriere della Sera, l’avvocato di Paolo e Francesca ha spiegato. “È la differenza che c’è tra scrivere un libro e leggerlo. Chi scrive un libro gli trasmette senz’altro il suo Dna. Ma poi il libro appartiene a chi lo legge, perché chi lo legge lo trasforma attraverso il suo filtro personale di emozioni ed umori. Ecco, questa è l’epigenetica». Di sicuro, però, non sarà facile replicare alle richieste nette formulate dall’altra parte: i genitori biologici chiedono che i gemellini vengano consegnati loro subito dopo la nascita e vogliono anche andare all’anagrafe per la registrazione dei due neonati.
DIRITTO NATURALE – «Per la legge italiana i figli appartengono sempre alla donna che li partorisce e di conseguenza al marito di questa. È il cosiddetto diritto naturale», eccepisce l’avvocato Ambrosini, pur consapevole che «il problema di questi bimbi purtroppo non durerà un’udienza ma tutta la vita».Poi aggiunge: «Se c’è una cosa che unisce i quattro genitori, comunque, è la responsabilità abnorme dell’ospedale Pertini, un’eccellenza di malasanità». Infine, la replica all’accusa di non aver mai cercato l’incontro con l’altra coppia: «Non è vero, con il loro avvocato Nicolò Paoletti eravamo d’accordo. Ma poi alla nostra richiesta via email di avere maggiori ragguagli non è mai seguita risposta». Si vedrà.

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